Sono un po’ agitata devo ammetterlo, eppure è solo un allenamento, ma quando ci sono tante incognite, i pensieri volano: chissà quanti saremo, a che andatura correranno, riuscirò a non perdermi e soprattutto ad arrivare al ritrovo, visto che il mio navigatore non trova la piazza indicata da Barbara e io riesco a perdermi anche a 4 km da casa!
Cmq arrivo a destinazione anche in anticipo e trovo subito 3 podisti che saltellano per il freddo. Faccio conoscenza e Roberta (mi pare si chiami così) mi stupisce subito perché sembra giovane, ma non lo è (50 anni) e sentendo l’andatura delle sue corse, va come un treno…mi sento un pesce fuor d’acqua, ma poi arriva un sacco di altra gente, e tutti si salutano come vecchi amici, ridendo e scherzando di cose che non so: osservo e cerco di memorizzare i loro volti sconosciuti.
Alle nove arriva anche Barbara, che mi cerca per rassicurarmi: c’è il servizio scopa, quindi posso stare proprio tranquilla che non mi perdo!
Si inizia a correre tranquillamente, chiacchierando della maratona di Roma che un folto gruppetto farà l’anno prossimo e Roberta mi chiede quale mara avevo fatto io. Ascolto i consigli che si danno, gli allenamenti che prevedono di fare e sorrido pensando che io di lì ci sono già passata, ed è bellissimo riassaporare quei discorsi….ma tanto ad ottobre ne riparleremo!
Il percorso è tutto nei boschi e il clima alla fine è l’ideale, né caldo, né freddo…solo l’acqua per terra è gelata e si nasconde nell’erba alta. Ci sono tratti in cui ti sembra di correre in un bel prato e poi invece affondi in una simil-risaia, e che dire del fango che sembra risucchiarti la scarpa dal tallone e non volertela più mollare! Il gruppetto iniziale accelera l’andatura, ma si sentono lo stesso le loro grida: c’è chi è affondato, chi ha preso in pieno un ramo, chi non sa da che parte passare e urla…nessuno cade! Sono tutti veri trail runners! Nemmeno io cado, ma scivolo parecchie volte e il bello arriva proprio al primo guado del ruscello, che poi tanto ruscello non è: non c’è passaggio asciutto, bisogna per forza affondare i piedi nell’acqua!
Non sarà l’unico guado…c’è stato un fiume con le rapide che abbiamo dovuto attraversare con la corda….ops, scusate mi sono lasciata prendere la mano!!! Beh un fiumiciattolo dove l’acqua arrivava a metà polpaccio lo abbiamo passato però!! Ma il peggio doveva ancora arrivare…
Un ragazzo passa via chiedendomi se ho fatto la marcialonga: certo ho indosso il gilet del pacco gara! Scambiamo 2 parole e lui mi dice che è stata una bella corsa ma troppo dura nel terreno per via dell’asfalto…io rimango perplessa, non capendo bene cosa intendesse. Più tardi, invece, dopo 14 km nei boschi, acqua, fango ed erba, sbuchiamo sulla strada e lì capisco, capisco cosa intendeva: il terreno sotto la suola delle mie scarpe ora è DURO, niente ammortizza più i miei passi e sento i piedi che sbattono pesantemente, come se mi dessi tante martellate da sola! Quante cose non so…una di questa forse è proprio correre!!
Cmq ora sono staccata dal gruppo davanti e dietro il vuoto: ecco sono sola e ora dove vado??? Ma da non so dove, arriva un ragazzo: mi dice che è della zona e che mi accompagna altrimenti mi perdo…te pareva!! Ci raggiungono altri 2 podisti attardati e insieme ci grattiamo la testa ad un bivio: dove saranno andati? Buttiamo la monetina e procediamo, sperando sia il percorso giusto…certo che lo è, infatti sentiamo le urla da lontano dei primi che hanno già fatto la SCALINATA: guardo su, verso il cielo……mancano 2 km circa per terminare i 17 Km (che poi si riveleranno 18), e dobbiamo affrontare una scalinata verticale, cioè sassi e beole messe lì in mezzo al prato, quasi apposta per noi, che portano ad una chiesetta, altro che la 7 campanili!!!! Si cammina ansimando e in cima troviamo pure un piccolo ristoro, con the portato da una ragazza amica e la canna dell’acqua, self service!
Oramai è fatta! Riprendiamo a correre e un ragazzo mi rassicura che manca solo una salita e poi siamo arrivati…oramai non le conto più le salite! Di fatto poi ne mancavano due e il ragazzo si scusa pure, dicendo che hanno cambiato il percorso…l’ultimo strappetto poi è veramente pendente, così si cammina per riprendere fiato e poter dare a fondo le ultime energie per arrivare al ritrovo.
Ce l’ho fatta, non mi sono persa e Barbara mi viene a cercare…ci sono, ci sono, anzi lei che era la scopa, mi dice che me la sono cavata proprio bene, perché non mi ha mai visto!
Sono contenta e soddisfatta, mi sono divertita e decido di rimanere iscritta alla gara che ci sarà a febbraio, ma non per la 30 km….non credo di riuscire a fare 30 km su e giù così, occorre allenamento, ma non quello delle nostre pianure, non ha avrebbe proprio senso! 17 km bastano e avanzano, visto che dopo vorrei camminare ancora…non come ora…
Michela Zoni Atletica Casorate
Alla faccia delle due righe ... un fior di racconto e saggia la decisione quella di aver scelto la 17 km come primo trail.
RispondiEliminaMa quante prime volte ... a quando il primo kilometro verticale???
Cmq sei ammirevole per la passione che metti in tutto quello che fai:-)
donna portati fucile e bombe a mano che e' pieno di vietcong il 6/2..... ;-))))))))
RispondiElimina@ Daniele le due righe erano ironiche! Il verticale che ho fatto ieri, anche se forse erano 20 mt....mi è bastato!!!
RispondiElimina@ Pimpe ma dobbiamo anche strisciare nel fango? ...come donna avventura?!! Bellissimo!!! Però io sono pacifista! :-)
Miky
@miki: strisciare e' facile.. sorgere dal fango e' piu' complicato.. porta una canna di bambu' che ti spiego.... ;-)
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